La danza è un linguaggio,e lo strumento è il corpo. La comunicazione avviene mediante movimenti significativi...ma la danza non è solamente comunicazione è anche movimento ritmico, il corpo danzante segue un determinato ordine cinetico, che si svolge in rapporto al tempo e allo spazio.In danzaterapia si parla di gesto creativo e non di gesto come azione funzionale ,finalizzata a raggiungere uno scopo( atteggiamento che non permette uno stato di presenza nel qui e ora). E' movimento non condizionato,è libero,non vincolato da finalità utilitaristiche. Il gesto è espressione fine a se stessa, che trascende qualsiasi scopo legato al quotidiano vivere. Ecco che, in una società che si fonda soprattutto su una cultura razionalista, volta al progresso scientifico e all' evoluzione della tecnica, la funzione dell'artista è anche quella di comunicare agli altri ciò che sfugge a quell' artificiale strutturazione della realtà, realtà che l'uomo ha costruito per dominare l' ambiente che lo circonda. Muoversi in modo creativo permette di ampliare il nostro spazio di azione, dona un senso di libertà, dove niente è in funzione di qualcos'altro, è libera, pura espressione vitale.
"Vi sono fasi in cui soffriamo del sentimento che la nostra vita sia completamente regolata, del tutto organizzata e pianificata e che non vi sia alcuna breccia, alcuna finestra o sprazzo attraverso i quali il cielo possa fare irruzione;che non vi siano aperture per l'imprevedibile, l'inatteso o per qualche cosa che ci sorprenda. Queste sono fasi tristi, sterili. Chiusi in un mondo professionale e relazionale ingabbiato, ci muoviamo come pedine degli scacchi su scacchiere estranee. Ma un bel momento, in questo sudato involucro compatto, si apre una smagliatura: un incontro, un'esperienza con la natura, una musica, un quadro, una scultura che ci toccano e improvvisamente guidano i nostri passi in una nuova direzione ma anche un dolore, una separazione, una ferita antichissima che torna ad aprirsi, il confronto con i propi limiti, una malattia, un'offesa, il sentirsi soli in una situazione che appare irrisolvibile, una brutta esperienza irreversibile.Questo genere di accadimenti apre uno squarcio nell' ispessimento sotto il quale l' esistenza soffoca. Un colpo di vento ci afferra facendoci vorticare e, d'un tratto, non ci troviamo più dietro, ma di fronte a porte chiuse e, se ci voltiamo indietro, davanti ai nostri occhi si apre uno spazio di libertà".
( Peter Schellenbaum )
3 commenti:
Rossana!mi hai convinto,vengo a fare danza terapia!!!!!
Ah Ah Ah! Lo so,lo so...un pò lungo come blog!Ma sai,come si suol dire ,sono entrata nel libero fluire...da cosa nasce cosa...
E tu?
Depressa?Repressa?...un pò compressa?...Forse,più che i miei discorsi,è l'immagine della ballerina che spicca il volo nello spazio infinito che ha risvegliato in te il sacrosanto diritto alla libertà...a me ha fatto questo effetto! VIENI QUANDO VUOI.
Bacione.
nel blu dipinto di blu felice di stare lassù con te.....grande!!!!!
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