" In realtà il Grande Corpo è ben al di là della polvere, chi potrebbe credere che esiste un mezzo per spolverarla? ".



( Dogen dal Fukanzazengi ).

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La grande borsa del danzaterapeuta è sempre piena di cose : tamburello,nastri colarati, elastici, canne di bambù, c.d., musica di ogni genere, fogli, penne, appunti, qualche libro...
stoffa leggera, il piccolo stereo (non si sa mai), scarpette, scaldamuscoli, calzettoni, maglietta , la mantella rossa...
Un giorno, poco prima dell'incontro, vado per prenderla, metto la giusta forza, afferro i manici e...ops ...è vuota ! Incredula spalanco l'apertura della borsa e guardo dentro... niente... non c'è niente. Dove sono finite tutte le mie cose ? Gli oggetti, i progetti di lavoro, le mie sicurezze... tutti i libri... IL MIO SAPERE ?... NIENTE. ASSOLUTAMENTE . NIENTE !
Spalanco ancora di più l'entrata, c'entro dentro tutta intera, DENTRO... guardo ovunque... niente...
SOLAMENTE ME STESSA .

Prima o poi arriva il momento che dobbiamo ripartire da QUI.

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Amo pensare alla danza e alla danzaterapia come ad un ascolto, e un rispondere a qualcosa di originario,antico,che incessantemente ci chiama.
Un percorso che implica esperienza e poi un lasciare andare. E' un " tornare a Sè ".
Amo danzare,da sempre.E' sempre stato un mio spontaneo modo di abitare il mondo.
Ecco perchè voglio parlare della danza.
Ma come parlarne ? La parola non può contenere ed esprimere la vastità del vissuto.
La danza si fa ,si abita,si vive,dobbiamo diventare,essere danza.
Ma è anche vero che tutti noi abbiamo danzato,tutti i bambini danzano,è un istinto naturale...
e probabilmente qualcosa si è depositato nella memoria corporea collettiva .
Voglio pensare che scriverò qualcosa di universalmente ri-conosciuto.

Nella mia vita ho dedicato un pò di tempo alla Danza Classica,Moderna e Contemporanea.
Come figura professionale sono " Operatrice in Danzaterapia " metodologia Maria Fux.
In realtà la Scuola di formazione a Firenze,con il passare del tempo si è sempre più aperta anche ad altre metodologie,come ad esempio " Dance Movement Therapy " di Paola de Vera D'Aragona
e " Expression Primitive " di Schott-Billman .

E così,oggi,dopo quasi 15 anni dalla formazione,mi trovo qiu davanti al p.c .con l'intenzione di creare un blog che parli di me,della mia esperienza,ma soprattutto della danza.
Ho cercato i miei appunti della scuola,tratti dalle lezioni,dai libri,dai seminari e conferenze.
Ho scelto quello che a mio parere ha ancora in sè fascino,bellezza e verità.
Dopo la scuola ho partecipato ad altre attività,ho cercato di approfondire la conoscenza di me mediante la psicoterapia ed anche meditazione.
Incontri ed eventi importanti,come la nascita di mia figlia,hanno modificato il mio modo di guardare all'esistenza,tutta,compreso quindi anche me stessa e la mia professione .
In danzaterapia , ciò che si è modificato nel tempo non è tanto il metodo ,ma piuttosto l'atteggiamento . Ad oggi penso che non esista un metodo che " faccia miracoli ",ma che il miracolo possa accadere...nella relazione .

Arte e guarigione si intrecciano già nel mondo antico. La funzione comunicativa, catartica, liberatoria...della danza, è radicata nella storia dell' uomo quanto la sua stessa esistenza.
"La danza è la madre delle arti . Vive ugualmente nel tempo e nello spazio. In essa creatore e creazione,opera e artista,fanno un tutt'uno. Movimento ritmico in una successione spazio -temporale,senso plastico dello spazio,viva rappresentazione di una realtà visiva e fantastica.Danzando, l'uomo ricrea queste cose con il suo stesso corpo,ancora prima di affidare alla materia, alla parola,il risultato della sua esperienza. Nella danza i confini tra corpo e anima,tra espressione libera dei sentimenti finalità utilitaria,tra socialità e individualismo,tra gioco,culto,lotta e rappresentazione scenica,tutti i confini che l'umanità ha costruito nel corso della sua evoluzione,si annullano.
Tutto è presente nella danza : il corpo,che nell'estasi viene trasceso e dimenticato per diventare ricettacolo della sovrumana potenza dell'anima ; l'anima che trova una felicità e una gioia divina dall'accresciuto movimento del corpo liberato d'ogni peso ; il bisogno di danzare,perchè una prorompente gioia di vivere strappa le membra al loro torpore ; il desiderio di danzare,perchè chi danza acquista un potere magico che elargisce vittoria,salute,vita. ; un legame mistico,che nella danza unisce la tribù tutta,e il lbero manifestarsi della propia individualità,in una completa aderenza al propio io. Nessuna arte ha confini così ampi .
Nella danza forze represse erompono alla ricerca di una libera estrinsecazione,e un intimo ritmo le ordina in una viva armonia che al tempo stesso acquieta e annulla la volontà. Liberato dalla volontà,chi danza si abbandona alla beatitudine di un gioco consacrato,all'ebrezza che lo allontana dalla monotonia della vita di ogni giorno,dalla realtà tangibile e dalla prosaica esperienza quotidiana e giunge là dove immaginazione fantasia e sogno si destano e diventano forze creative .
Nell'estasi della danza l'uomo è partecipe dell'aldilà,del mondo dei demoni,dello spirito e di Dio. Invasato e rapito nell'estasi ,egli rompe i ceppi terreni e si sente pervadere dal soffio dell'universo...
Data la profonda e larga sfera di azione della danza,nulla possiede uguale valore nella vita e nelle civiltà primitive...non è un peccato condannato dai sacerdoti : è un atto sacro ed un ufficio sacerdotale ;non un passatempo : è anzi un'importante e seria attività in cui è impegnata tutta la tribù .Non esiste avvenimento nella vita dei popoli primitivi che non sia consacrato dalla danza .Nascita,circoncisione,iniziazione delle fanciulle,nozze e morte,seminagione e raccolto,onoranze ai capi,caccia,guerra e banchetti,lunazioni e infermità : per ogni cosa è necessaria la danza . E non si tratta di spettacolo e di festa secondo la nostra odierna concezione ...La danza , nella sua essenza,altro non è che la vita innalzata a un grado più elevato e intenso ...ma quando nelle civiltà superiori essa diviene arte nel senso più stretto del termine,allorchè diviene oggetto di spettacolo e la sua influenza è diretta agli uomini e non più ai demoni,il suo universale potere si spezza,si frantuma...ma ciascuna civiltà racchiude ancora in sè ,come germe spirituale,la nozione sublime che " danza " è ogni movimento soprannaturale e sovrumano .
( Curt Sachs da " Storia della danza. ed. il Saggiatore ).

Isadora Duncan e la Danza Moderna

Riconosciuta come una delle pioniere della Danza Moderna. (Importanti furono anche le innovazioni del danzatore Rudolf Von Laban e gli studi sulla relazione emozione-gesto di Francois Delsarte).
Isadora Duncan ( Angela Dora Duncan ) nacque a S. Francisco nel 1887. La più piccola di quattro figli ,cresce in un ambiente familiare piuttosto povero ma assai ricco dal punto di vista della sensibilità artistica ; sua madre ,separata dal marito, insegnante di pianoforte,trasmise ai figli l' amore per la musica, il teatro, la danza, la letteratura e la poesia. Un ambiente familiare in cui la dedizione all' arte ebbe la prevalenza sull' educazione formale.
Isadora dedicò gran parte della sua vita alla danza. La sua fu una ricerca di una danza espressiva. Si ribellò ai canoni rigidi del balletto classico, che non permettevano la libera espressione del danzatore .
( All' inizio del xx° secolo la danza era ancora schiava della perfezione, dell'ordine, chiusa in una tecnica fine a se stessa . Arte decorativa, disumanizzata, futile e graziosa. Non implicava nessuna partecipazione umana ma per lo più passi,movimenti,seguenze , combinazioni e acrobazie eseguite in modo tecnicamente perfetto...la danza era separata dalla vita e dalla sua espressione ).
Isadora non creò una nuova tecnica, ma una concezione nuova della danza, portò uno spirito nuovo che rese possibile il rinnovamento nella danza in Occidente.
La liberazione del movimento corporeo,di un corpo vitale, da troppo tempo mortificato dalla perversione dualistica cristiana in cui " la carne " viene considerata ostacolo dell' anima, un corpo invece capace di comunicare emozioni umane, ma anche espressione visibile dell'anima e dello spirito.Un corpo che recupera la propia sacralità e la propia grazia ... quella di Isadora fu una concezione religiosa della danza come anche della vita .
" Una danza che fosse, attraverso i movimenti del corpo, espressione divina dello Spirito umano " ( Isadora Duncan ).
Danzò musiche non create appositamente per il balletto,di Chopin,Beethoven,Bach, Gluck, Mozart e Schumann .Si sbarazzò delle scarpette con la punta di gesso,che riducevano al minimo il contatto con il suolo,e danzò a piedi nudi, ritrovando le radici ,il contatto con l'energia vitale della terra . Liberò il busto da rigidi e stretti corsetti ,permettendo al ventre di pulsare,sciolse i capelli ,e mostrando un corpo nudo velato solo da tuniche di leggera mussola, mostrò la bellezza e la nobiltà del nudo nell'arte. La danza era per lei l' espressione naturale dell' uomo e sentendo fortemente la continuità tra il corpo e la natura si muoveva basandosi sul sentimento e sulla passione dettate, inspirate da elementi naturali come le onde, il vento, le nuvole. Movimenti che emergevano dal " fondo emotivo ",un' energia vitale che si manifestava all' esterno...individuò nel plesso solare la forza generatrice di tutti i movimenti da eseguire,ossia nella zona corporea dove le emozioni vengono avvertite più intensamente .Un corpo non più oggettivato ma fulcro di energia .Una danza non solo in armonia ,in comunione con la natura,ma anche espressione dei sentimenti dell'umanità,e specchio di una società, di un' epoca, espressione artistica collegata a quel periodo storico .Non solo liberazione personale ma lotta contro le istituzioni e costumi di oppressione, e la volontà di restituire alla danza il potere di comunicazione .
" Per me la danza non è soltanto arte che esprime l'anima umana attraverso il movimento, ma è anche il fondamento di una concezione totale della vita, di una vita più libera, più armoniosa, più naturale...Quelle posizioni sgraziate e innaturali non esprimono assolutamente lo stato di abbandono dionisiaco, che ogni danzatore dovrebbe conoscere ...inoltre i movimenti genuini non sono inventati, ma riscoperti...il principio unico e fondamentale sul quale ho buona ragione di basarmi è l' unità ritmica presente in tutte le manifestazioni della Natura...e sempre inserisco nei miei movimenti un pò della continuità divina che dà a tutta la Natura la sua bellezza e la sua vita....per me la danza ha come meta l' espressione dei sentimenti più alti, profondi dell' anima umana, quei sentimenti che nascono dagli dei che vivono in noi, da Apollo, Pan, Bacco, Afrodite...la danza deve infondere in noi un' armonia ardente e palpitante ".
( Isadora Duncan da "Lettere alla danza ").
Citò Jean Jacques Rousseau,dell' Emilio, Walt Whitman e Nietzsche, come gli unici maestri di danza che potesse avere .
Come Nietzsche, vide nel senso della tragedia greca l' unità fondamentale di tutto ciò che è esistente.
" L' individualizzazione è la sorgente del male.L' arte è l' esperienza e la promessa di un' unità restaurata. La musica e la danza non sono l' immagine del mondo delle apparenze, ma del volere primordiale che è sorgente di ogni realtà e suo superamento : sono la visione simbolica della Passione di Dioniso, il dio dalle membra sbranate, di cui si annuncia la risurrezione nelle feste di primavera.
Isadora Duncan si è dedicata interamente alla rinascita di questo spirito dionisiaco" .
( Roger Garraudy da "Danzare la vita ").
Isadora ,seppur in modo un pò confuso, non ben definito,indicò la via ai creatori della Danza Moderna : Ruth Saint-Denis, Ted Shawn, Martha Graham,Mary Wigman, Rudolf Von Laban, Doris Humphrey... artisti che,attraverso una molteplicità di linguaggi, tecniche e stili differenti, furono mossi dalla medesima volontà di ricercare moduli espressivi originali, movimenti che annullassere ogni artificiosa scissione tra esteriorità e interiorità, tra forma e contenuto.
"Isadora Duncan fù per la danza ciò che Walt Whitman fù per la poesia". (R. Garaudy)
............................................................................................ ( Martha Graham )

Ho dichiarato che l'anima non vale più del corpo,
e ho dichiarato che il corpo non vale più dell' anima,
e nulla, neppure Dio, per nessuno è più grande del suo,propio io
e che chiunque percorre duecento iarde senza
simpatia segue il propio funerale, avvolto nel
propio sudario,
e io o tu, senza dieci centesimi in tasca, possiamo
acquistare i più preziosi frutti della terra,
e non v'è mestiere o impiego in cui un giovane che
lo segue non possa divenire un eroe,
e non v'è oggetto così molle che non possa costituire
il mozzo della ruota dell'universo,
e io ingiungo a ogni uomo, ogni donna, Che l'anima
vostra resti calma e tranquilla anche davanti a un
milione di universi.

E io dico all'umanità, Non siate curiosi d' Iddio,
perche' io che sono curioso di tutti, non sono curioso
d' Iddio.
(...)
Ascolto e scorgo dio in ogni oggetto, e tuttavia Dio
non lo capisco affatto,
come non capisco chi mai possa esservi di più
straordinario di me .
Perchè dovrei desiderare di vedere Dio meglio di
quanto non lo veda oggi !
Vedo qualcosa d' Iddio in ogni ora delle
ventiquattro, in ogni momento di esse,
nei volti di uomini e donne io vedo Dio, e nel mio
volto riflesso allo specchio,
trovo lettere inviate da Dio per le strade, ognuna
firmata col nome d' Iddio,
e le lascio dove si trovano perchè so che, ovunque
mi rechi, altre puntuali verranno, per sempre e
per sempre .
( Walt Whitman " Leaves of Grass ").

La Danza in Terapia


................................................................................................( Maria Fux )
.
Ed è propio in quel clima di rinnovamento e di crescita che intorno agli anni 40, Trudi Schoop e Marian Chace, durante e attraverso la loro esperienza come danzatrici, portarono la loro attenzione all' aspetto terapeutico della danza. Insieme a medici, psicologi e psichiatri, si dedicarono ad aiutare persone affette da disturbi psichici ,entrambe dando molta importanza all'approccio quasi esclusivamente artistico, portando grande attenzione alla postura, alle tensioni corporee, l'uso dello spazio, del ritmo...senza fare riferimento a teorie psicologiche.
Ritmo e movimento parlano al mondo primitivo dell' individuo, raggiungono nuclei "antichi" non toccati e deteriorati dal malessere,il movimento e' il modo più antico di esprime noi stessi, è strettamente connesso con le nostre parti più profonde. Danzando ritroviamo il "corpo originario" che vuole parlare, danzando ritroviamo il piacere primitivo del movimento.
"La danza si rivolge alla parte ancora sana della natura umana, presente in ogni essere, per quanto malato e confuso sia" (Trudi Shoop).
Il fatto che furono propio delle danzatrici a mettere nuovamente in luce l' aspetto catartico e liberatorio della danza, vedendo in ciò un potente mezzo di espressione per chi non è in grado di comunicare mediante il linguaggio verbale, spiega in parte il perchè gli operatori in danzaterapia sono per lo più allievi o professionisti provenienti dal " mondo della danza ".
Terapia è un termine che deriva dal tedesco Therapie,e ancor prima dal greco Therapeia che significa " cure,servizi,assistenza ".
Quindi," terapeutica " è l'insieme di azioni e pratiche destinate a trattare e guarire malattie.
Il termine terapia ha avuto un'importante evoluzione negli ultimi anni .Se fino a qualche tempo fa era definita come un trattamento medico ,oggi,nel linguaggio corrente,ha anche il significato di tecnica di sviluppo personale ...quindi si basa su una concezione positiva della salute.
Fa appello a nuovi criteri come la creatività,lo sviluppo personale,la comunicazione...
L'aggettivo " Terapeutico " designa anche un processo di trasformazione.
Ed ecco che attività e iniziative di tipo artistico,rivolte a persone con difficoltà psicologiche e sociali,sono sempre più freguenti.
" La terapia dell'arte è quell'itinerario di ciascun individuo...tale terapia,naturalmente,trova la sua più efficace applicazione nel caso della malattia mentale,in quanto permette all'individuo di liberarsi di tutte le sue sofferenze,angosce,alienazioni,per ricostituire l'io primitivo nell'interezza della sua personalità ".
( Rutten da " Le arti terapie in Italia ).
"L'arte è simbolizzazione.Quandi un paziente fa passare la sua rabbia nel disegno,attraverso il tratto e il colore, rinuncia all'espressione motrice reale della sua emozione,per darle una forma...
A favorire i processi di simbolizzazione pare sia il particolare stato di coscienza indotto dall'attività artistica,una sorta di sospensione della sfera del controllo,della razionalità e della logica.L'attività creativa è difatti collegata all'emisfero celebrale destro,l'emisfero del linguaggio non verbale,dell'intuizione,dell'immaginazione,delle metafore,dei doppi sensi,della musica...che rappresenta anche una via di scarico energetico di importanza vitale per l'apparato psichico,attraverso attività come il sogno,le fantasie,l'umorismo e l'arte.
( Marc Muret da Arte-terapia ed. red ).
Uno stato di reveire (Bion) e spazio giocoso,transizionale (Winnicott )...uno stato in cui l'attenzione della persona viene sospesa,nel quale l'individuo può ascoltarsi più intimamente. Cio' facilita la comunicazione con il terapeuta ,crea un linguaggio più semplice,sincero ed autentico,all'interno di un'attività ludica e artistica.
" L'arte e il gioco sono altrettanto autentici di una conversazione seria...se mentono ,è per dire la verità.Il corpo non inganna mai ".
( Marc Muret ).
E' stato ampliamente dimostrato l' esistenza e l' importanza della comunicazione non verbale, e l'utilità di questo tipo di espressività per comprendere il reale stato emotivo della persona,indipendentemente, al di là di ciò che viene espresso mediante la comunicazione verbale.
La danza è dare forma ritmicamente alle emozioni,ai contenuti interiori,alle parti-ombra,che si rendono visibili nel movimento,movimento corporeo nello spazio,vengono intregrate e mostrate, agite in uno spazio condiviso.La danza esorcizza le nostre paure, in questo senso è liberatoria, mantiene quindi la propia radice primordiale,un disagio può essere espresso mediante il movimento,farsi movimento. Conflitti inconsci possono liberarsi e trovare nella catarsi un reale momento terapeutico.
Oramai sappiamo dell'importanza del linguaggio del corpo,è una realtà riconosciuta dalle principali correnti psicoterapeutiche...e di una tale conoscenza ne viene fatto un uso differente,a seconda della scuola di pensiero.
Il corpo attraverso il movimento racconta la propria storia...
Si,il corpo è mezzo di espressione,trasmette al mondo le propie sensazioni ,gioia,piacere,sofferenza...ben si presta all'interpretazione.
...
Eppure amo pensare all'attività di Danzaterapia come ad un qualcosa di principalmente creativo.
La danza stessa è energia vitale e come tale è terapeutica.
Per me,non è applicare una tecnica corporea a un problema da risolvere.L'attenzione viene posta alle potenzialità innate dell'essere,non mi soffermo "sulla vittima del dramma familiare" (anche perchè non è un ruolo che mi compete ). Non viene a crearsi "il caso ".
La danza è un percorso che si fà insieme,insegnante e partecipante.Nasce un linguggio comune compreso da entrambi e da tutto il gruppo.
" Io non faccio interpretazione,faccio integrazione " Maria Fux
L'operatore in danzaterapia suggerisce dall'interno,non insegna uno stile.
Quando la danza diventa per la persona un qualcosa per stare meglio,allora lì vi è unità,amore e non tecnica . E' importante risvegliare nell' altro la capacità di amare se stesso,la vita... di creare le condizioni adatte a far si che possa liberarsi quell' impulso alla " guarigione ".
" Io non faccio terapia,la terapia si fa ...sono un ponte e un appoggio per l'altro...non sono una professoressa,sono un'artista,uso la mia arte,il mio corpo,tutta me stessa per capirmi meglio e approfondire i miei rapporti con gli altri...continuo a trasformare la possibilità di dare e di creare...sono maturata nell'incessante ricerca di poter dare agli altri,con estrema semplicità,la possibilità di crescere ".
(Maria Fux da "Frammenti di vita nella danzaterapia"ed.Pixel)
Ovviamente non si tratta di screditare studi analitici condotti fino ad ora,ma di poter cogliere le possibilità offerte da una nuova prospettiva.
" Credo si debba rimanere critici di fronte al monopolio intellettuale che alcune scuole analitiche tentano di mantenere...la teoria,per quanto giusta sia,non è la pratica....rassicurato da spiegazioni magistrali,il pratico,sarà tentato di trascurare delle qualità apparentemente minori e molto più difficili da acquisire: l'intuizione,la creatività,il senso del gioco,l'abilità manuale,la spontaneità"
( Marc Muret ).
E' importante l' esperienza, e moltissimo l'intuizione, la sensibilità, la capacità di sentire l' altro da dentro, di entrare in risonanza somatica, empatica Noi siamo in grado di sentire nel nostro corpo le emozioni, le sensazioni dell' altro, possiamo fare esperienza dell' altro "sentirci nella sua pelle", il nostro sistema nervoso è già predisposto a questo, ma lo possiamo fare se tra noi e l'altro non poniamo tutti quei diaframma, i pregiudizi...che sono frutto della risposta alla nostra storia individuale, non lo possiamo fare se non siamo capaci di essere nella realtà così com'è, di entrare direttamente in contatto con l' altro. Questo implica un lavoro di autoconoscenza, un continuo lavoro su noi stessi, non possiamo entrare in rapporto empatico con l' altro se siamo incapaci di avere un contatto autentico con noi stessi.
Questo lavoro di autoconoscenza è anche il non dimenticarsi del nostro ruolo che è l' artista ma anche il terapeuta.
Danzaterapia anche come attività capace di rivolgersi direttamente alla sfera dei processi primari dell'individuo, che facendo leva sulle facoltà artistiche e creative, può attribuire anche una posizione privilegiata all'aspetto analogico...l'analogia parla il linguaggio della totalità, arriva dove la razionalità non può, viene a crearsi un' esperienza"esterna"molto simile a quella che la persona vive interiormente. E' anche sfiorando i tasti dell'analogia che la danza può farsi terapia.
Una "terapia" per tutti,anche per me e per te.



La Danzaterapia,ben distante da scopi di tipo tecnico, si presenta come momento di concentrazione,ricerca di nuovi stati di consapevolezza. Gli stimoli offerti favoriscono l' espressione creativa ,movimenti non dettati da schemi rigidi e ripetitivi,ma movimenti sempre nuovi e unici,perchè nascono dalla semplicità,dalla sensibilità individuale.E' movimento creativo,in cui ognuno può esprimere e affermare la propia originalità,la propia essenza,comunicando al di là delle parole,questo favorisce una comprensione di sè e dell'altro più ampia.Quindi un'attività che consente di recuperare o affinare competenze corporee ed espressive. Ma questo però non vuol dire che la tecnica debba essere abolita a priori. Personalmente durante gli incontri dedico spesso un pò di spazio alla ginnastica, allo stretching, movimenti, posizioni e seguenze tratte dalla tecnica di Danza Classica e Moderna. Avendo praticato per un pò di anni queste discipline, so che è importante.Questo ci permette di riprendere confidenza con il nostro corpo, con il suolo, lo spazio che ci circonda, di lavorare con il peso corporeo...La tecnica riesce a dare "una forma", una misura, a chi fa fatica a riconoscersi come corpo, o per chi vive in un propio mondo privato, creato per proteggersi dal contatto con la realtà. Inoltre la tecnica,i movimenti proposti ed eseguiti dai partecipanti,tutti insieme,permettono di sentirci parte di un gruppo,e spesso ci riportano al qui e ora.
"Talvolta l'attività creativa può essere anche negativa: in soggetti ansiosi,in casi di sovraeccitazione è più opportuno lavorare con la tecnica...la base tecnica serve per rassicurare la persona,per ampliare il suo vocabolario di movimento,soprattutto per decolpevolizzarla nell'uso di certe parti del corpo e per arricchirla di uno strumento atto a superare eventuali difficoltà a livello espressivo."
( Paola Vera D' Aragona ).
"... Vivono in un mondo evanescente...Sono capaci di realizzare splendide performance nelle improvvisazioni,visto che il loro essere è completamente assorbito dal principio creativo,ma ho più volte notato come delle correzioni tecniche sull'impostazione del corpo,o degli stimoli ritmici particolari e precisi,fossero più "centranti" per loro ".
( Elena Cerruto da "A ritmo di cuore la danza terapeutica " ed. xenia ) .
E comunque non possiamo generalizzare,partire con in mente un incontro o addirittura un intero percorso, una serie di "esercizi "già costruiti...è la persona che ci suggerirà cosa è più adatto in quel momento,anche ogni gruppo ha una propia identità. L'operatore in danzaterapia deve necessariamente aver vissuto su di sè i lavori che andrà a proporre,pur non trasformando la propia esperienza personale, e le esperienze "nel settore", in un limite...e mettere in conto che comunque gli incontri non corrisponderanno mai alle nostre egoiche aspettative .L' obiettivo non è tanto che l' individuo consolidi un ' io forte, prevedibile, ma piuttosto che egli diventi fluido, flessibile,sensibile e spontaneo...è un passaggio dalla stasi al processo, da una struttura rigida al flusso.Il movimento creativo dissolve e indebolisce la forma rigida del modello posturale (Schilder),danzando vi è un continuo mutamento da entità cristallizzate e compatte a stati di dissoluzione.
Ci avventuriamo in un luogo di imprevisti,un luogo in continuo mutamento,creativo .
Questa è Arte ,dove non esistono regole preconfezionate,ma piuttosto è necessario un atteggiamento di apertura nei confronti di nuove,inedite possibiltà,apertura alla libertà.E' un processo continuo,non c'è niente di concluso. Da questo punto di vista la verità oggettiva,preventivamente accettata,e quindi oggettivata (e i successivi paragoni ),è uno dei tanti veli dell' Essere .
Stà a noi creare le condizioni adatte per far sì che l'Arte svolga la propia funzione.
" C'è una grande differenza tra l'arte come terapia,con la quale una persona si sforza di scoprire la propia umanità,e l'arte come arte,che porta al di là dell'umanità,in una nuova sfera.La differenza consiste nel fatto che,in terapia,la tecnica e l'oggetto artistico non hanno importanza,dal momento che l'obiettivo qui perseguito è mettersi di nuovo in carreggiata.L'operazione terapeutica,in arte ,consiste nel riconciliare la persona con il propio Sè,farla tornare un essere umano in armonia col mondo.
" L'arte è un'armonia parallela alla natura "E se la persona non è ancora parallela alla natura,allora l'arte è solo una terapia per condurla a tal punto.
L'arte terapeutica,si potrebbe dire,cerca di aiutarci a "stare al passo".
( J. Campbell ).
L'arte è un' armonia parallela alla natura..l' arte porta al di là dell'umanità... Si ,ecco il grande potere dell'Arte .
"La possibilità di passare ripetutamente dall'uno all'altro mondo...costituisce la grande prerogativa del maestro. Il Danzatore cosmico,dice Nietzsche,non si appoggia su un unico punto ma gaio e leggero piroetta e passa da una posizione all'altra. " .
( J. Campbell da "L' eroe dai mille volti ") .
Da un cert punto in poi ci poniamo "al di là",si infrangono finte barriere ,e in questo ampio spazio dobbiamo saperci stare nel giusto modo e come artista e come terapeuta e come essere umano.
" Il senso della vita è l'estasi , noi viviamo questa esperienza grazie all'arte ".
( J. Campbell ).
Ed io voglio intedere l'estasi come un qualcosa non posto altrove,che ci trasporta chissà dove...l'estasi è qui ,è mutamento, ampliamento della consapevolezza .
"Il cammino verso la guarigione conduce sempre ad attraversare un punto estatico che non si lascia raggiungere con dei semplici giochi di ruolo e delle messe in atto...L'esperienza estatica della svolta si verifica in gesti spontanei e ,al tempo stesso,coscienti a livello sensibile nei quali si manifesta la saggezza del corpo ".
( Peter Schellenbaum da "Alzati dal lettino e cammina"ed Red ).
...e come artista, e come terapeuta e come essere umano...e come consapevolezza.


In danzaterapia i lavori sono assai vari, quanto lo consentono le risorse, l'immaginazione, la creatività...e il coraggio.I lavori servono per creare le condizioni adatte per un incontro autentico con se stessi ma anche con l'altro.
" Nessuno si trasforma da solo. L' asse verticale della trasformazione si incrocia sempre con quella orizzontale dei rapporti interpersonali ".
( Peter Schellenbaum ).
E questo incontro è, infine, atto d' amore. Amore non solo come sentimento, ma un amore che implica l'essere aperti ad un' autentica comprensione...e la comprensione profonda richiede spazio.
E' necessario che l' artista-terapeuta, abbandoni ogni movimento egoico, aspettative, ansie, ogni condizionamento. Solo allora potrà ascoltare veramente,accogliere l'altro, comunicare direttamente...è necessario " spazio interiore pulito ".
Il terapeuta deve gettare via se stesso per divenire solo un tramite.
E' l' attenzione, la dedizione alla "pratica" che realizza la vera natura,una natura spontaneamente illuminata,che aspetta solamente,semplicemente,di emergere.
" Non c'è niente da curare,nessuno che cura...la pratica è acqua che scorre tra due vasi ".
( Elena Cerruto ).
"Si potrebbe dire che il maestro Zen ami i propi discepoli.Il suo amore è realistico e maturo e compie ogni sforzo per aiutare i discepoli a realizzare i loro sentimenti,ma sa tuttavia che nulla di ciò che il maestro può fare riuscirà a risolvere i problemi per il discepolo,a realizzare per lui i suoi intendimenti.Tale amore del maestro zen è un amore non sentimentale,ma realistico,un amore che accetta la realtà del fato dell'uomo,per cui nessuno di noi può salvare l'altro,e per cui tuttavia mai dobbiamo cessare di compiere ogni sforzo capace di aiutare un'altro a salvare se stesso.Qualunque sorta di amore che non conosca tale limitazione e proclami di essere capace di salvare l'altrui anima,non si è affrancato dalla mania di grandezza e dall'ambizione ".
( Fromm-Suzuki-De Martino da "Psicanalisi e Buddismo zen . ed. Astrolabio ).
"Se il discepolo porge le sue nude mani,il tè del maestro lo scotta; se porge una ciotola già piena,non c'è spazio; se il maestro e l'allievo reggono la stessa tazza,direttamente dal cuore sgorga una danza che ha avuto tempo e modo per nascere e per crescere ".
( Elena Cerruto ).
Con il passare degli anni la mia danza ha lasciato andare via molto , trasformandosi sempre più in preghiera,delicata gioia e celebrazione.
Amo pensare alla danzaterapia come ad un percorso verso qualcosa di originario ,antico...che incessantemente ci chiama.E' un "viaggio " che implica il lasciare andare,è un ritorno ,"tornare a sè ".
Arriva il momento in cui ascoltiamo il corpo : il respiro,il battito del cuore,vari rumori,suoni,movimenti che dimorano in noi,interiormente .Portiamo l'attenzione alle sensazioni,al contatto con il suolo,l'aria che ci circonda...emergono emozioni...solitamente si inizia così . Il tutto passa necessariamente da un contatto autentico con se stessi.
Ed è propio da questo ascolto,che si fa sempre più sereno e profondo,che possiamo oltrepassare la frontiera tra io e tu ...nasce un senso di fiducia .
Ecco che la danza diviene ascolto di sè,e da questo ascolto interiore il contatto con tutto ciò che ci circonda si fà più autentico...è una sensibilità raffinata,sottile,penetrante...vi è presenza, incontro,
compenetrazione,comunione .
Non viene smarrito il senso di sè,anzi si amplifica ,si dilata ,come il senso del tutto e nel tutto ...ed è qui, luogo,spazio sacro,naturale, di relazione ,che possiamo esprimerci in modo autentico .E ' spazio mistico.Luogo del taciuto,del non-detto ma dell'ascoltato,del silenzio originario ( e originante ).Spazio aperto dove incessantemente emerge,accade il nuovo.Qui la vita scorre liberamente. E' partecipazione, coinvolgimento di materia spirito sensi intelletto, in una dimensione di infinità e libertà .
" Incontrarsi significa coinvolgere la propia presenza in una partecipazione,che in questo caso è la partecipazione alla vita.La mistica ,dunque,è definibile più semplicemente come esperienza della vita. Fare esperienza significa partecipare con tutto il propio essere,significa condividere.Il linguaggio della condivisione non può chiudersi nel concetto: propio perchè deve con-dividere,ha necessità di rimanere aperto.Il linguaggio della mistica è il linguaggio dell'Essere...è l'Essere stesso che parla,è la vita che si esprime.In quanto Parola dell 'Essere,il linguaggio mistico non può essere compreso totalmente,nè venire modificato o manipolato".
( Raimon Panikkar ."La voce dialogale..." Serena Barotti ).
." Il corpo esce e va verso quell' appello alla totalità...la danza è quel nodo cosmico in cui per mezzo del ritmo, il corpo ritorna alla sua totalità e interezza ".
( Merleau-Ponty ).
E' quando il corpo si libera che emerge la " voce del corpo "Quando la coscienza si modifica si crea uno spazio rituale.Allora non sarà più l' Io a danzare.Naturalezza, spontaneità scaturiscono dal vuoto.Il movimento autentico emerge da questo spazio pulito,incontaminato,vuoto.
Ed infine l' Improvvisazione potrà accadere nel Silenzio, luogo di infinite, inedite possibilità .
Ecco il senso profondo di un lavoro con il movimento e questo porterà ,inevitabilmente, a crescere.
L' improvvisazione è altro dal fare "ciò che voglio", è piuttosto permettere a se stessi di abbandonarsi a e in ciò che emerge spontaneamente. E' essere in e ciò che creativamente accade. E' semplicemente essere ed esserci in modo naturale.
Proviamo ad immaginare di lasciare da parte il termine " terapia "...ecco che rimane danza, e in questo caso un' attività svolta in modo consapevole, ossia essere totalmente, interamente presente in ciò che sta accadendo adesso ,in un atteggiamento di attenzione e dedizione .
A me sembra che vivere nel senso di Esserci , in uno stato di armonia con la realtà,...è guarigione. Guarigione intesa come evento che coinvolge la persona nella sua totalità .
" La danza è anche meditazione,un modo di conoscenza introversa ed estroversa insieme.
Qualche anno fa,in India,incontrai un maestro yogi di fama e autenticità e gli manifestai il mio desiderio di fare dello yoga,profondamente,e non quella cultura fisica per persone ipertese.
Lui mi rispose : "La parola yoga vuol dire unione.Questa unione lei può trovarla attraverso la danza perchè anche la danza è unione. Lei è un danzatore : Siva,il Signore del mondo,il grande yogi è chiamato anche Nataraja',il re della danza...lei è un danzatore:beato lei.La sua danza sia il suo yoga,non ne cerchi altri ". Poi guardandomi,al momento di separarci soggiunse : "Ah !Se tutti gli occidentali potessero nuovamente imparare a danzare ".
( Maurice Bèjart dalla prefazione del libro "Danzare la vita " di Roger Garaudy ).
Nuova mente imparare a ... vivere .

La danza di Nataraja

In oriente la storia della danza è assai diversa. La danza è stata ed è tutt'ora un' attività legata al sacro.Nell' Induismo, il Dio Siva, deità tra le più antiche, complesse ed importanti, è in una delle sue manifestazioni un dio danzante ossia Nataraja.
L'infinito ritmo dell' Universo è sostenuto dalla danza di questo dio.
Il pensiero orientale vede l' Universo come elemento dinamico, movimento, vibrazione, danza...
un equilibrio in movimento, mantenuto dal ritmo della danza di questo"Signore della Danza" ,dio della creazione e della distruzione,simbolo dell' incessante processo cosmico di morte e rinascita. .Egli è il centro,sorgente di ogni movimento. La sua danza selvaggia e nel contempo aggraziata, rappresenta la liberazione dell' uomo dall'identificazione con il mondo della percezione.Il luogo da dove scaturisce la danza è il centro,il centro dell' uomo è il cuore. Un danzatore che si muove nel centro dell' universo e contemporaneamente nel centro dell' uomo. Danzando manifesta il ciclo samsarico,i gesti danzanti simboleggiano le attività di Siva.Una delle danze,forse a noi più nota, è quella dove egli appare con quattro braccia rivolte verso i quattro punti cardinali. Una mano è mostrata aperta, come segno di protezione,un'altra ha con sè un piccolo tamburo a forma di clessidra, simbolo del suono primordiale, del ritmo della creazione,nell'altra mano vi è il fuoco,che rappresenta la distruzione e la purificazione, ed infine l' ultima mano, sospesa all'altezza del petto, indicando il piede sinistro sollevato,rappresenta la misericordia. Un piede è poggiato al suolo come simbolo dell'incarnazione nel mondo,l'altro è sollevato, simbolo di liberazione dal ciclo delle reincarnazioni. Sotto il piede poggiato al suolo vi è un nano, un piccolo uomo, che rappresenta l' ignoranza umana,l' essere non compiuto, che allontanato dal suo centro originario si trova imprigionato nella sfera temporale.
Lunghi capelli sciolti accompagnano il corpo danzante, sensualità e passione, il risveglio dell' energia primordiale.
Danzatore della creazione e della distruzione, ma anche della trasformazione.Danzando trasmette alla materia inerte vibrazioni, pulsazioni, capaci di risvegliarla...la materia danza e forma un' aureola intorno al dio danzante.In grado di dare vita ma anche di recare morte, quando il tempo è compiuto distrugge tutte le forme con il fuoco.Una danza che è sintesi del ritmo umano e universale di nascita e di morte.
E in questo dinamico ed eterno gioco degli opposti, il volto del dio sembra quello di uno spettatore distaccato, vi è nell' espressione un sorriso interiore, colmo di beatitudine.Il volto immobile, inperturbato e l'attività frenetica delle braccia e delle gambe simboleggiano,forse,la tensione tra attività e immobilità,la tensione tra il tempo e l' eternità...tensione generata da ogni genere di distinzione, ed un sorriso, un atteggiamento interiore che si pone oltre gli opposti, lo stato di beatitudine di chi si trova al di là del mutamento.
E' comunque difficile per me parlare di un argomento tanto affascinante quanto vasto.
Aggiungo solamente che questa rappresentazione dinamica di Siva significa per me il dio dell'eterno presente.Un dio collocato in quel "punto unico",dal quale tutte le cose sono contemplate nel suo aspetto eterno."Luogo" in cui si unificano i contrari e si risolvono tutte le opposizioni.
Da un certo punto in poi la danza è immobilità nel movimento,qui vi è raffinata sintesi.
Tra creazione e distruzione vi è un momento di eternità...un attimo che ha in sè finito ed infinito.

.

"Nel punto immobile del mondo rotante.
Nè corporeo,nè incorporeo ;
Nè da , nè verso ; nel punto immobile c'è la danza ,
Ma nè arresto,nè movimento.
E non chiamarla fissità,
Là dove il passato e il futuro si uniscono.
Ne moto da nè verso,
Nè ascesa nè declino.
Eccetto per il punto,il punto immobile.
Non vi sarebbe danza,e vi è soltanto danza.
Posso solo dire siamo stati là,ma non posso dire dove.
E non posso dire per quanto tempo,
perchè dovrei porlo nel tempo.
La libertà interiore dal desiderio pratico,
La liberazione dall'azione e dalla sofferenza,
Dalla costrizione interna ed esterna,
eppure circondata

Da una grazia sensuale,una luce bianca ferma
e mobile.
( T.S. Eliot ,Four Quartets,"Burnt Norton" ).

La danza dei Dervisci Rotanti


" Molte strade portano a Dio. Io ho scelto quella della danza e della musica ". J. Rumi
.
La danza accompagna da sempre l' uomo nella via iniziatica, è azione necessaria per l' incontro con il sacro, esperienza possibile solo con il superamento di ogni frammentazione, che conduce l' uomo a convibrare col Tutto. Il rito è il tentativo di ritrovare quella danza cosmica in cui l'uomo trascende la propia individualità e partecipa ai ritmi più generali dell' universo.
Le danze sacre sono un' antica forma di trasmissione dei "misteri", coloro che sono ammessi passano attraverso un insegnamento che prevede una lunga preparazione.
Il sufismo è la scienza diretta della conoscenza di Dio,i metodi e le dottrine derivano dal Corano ma provengono anche da fonti greche e hindu. Non esiste un solo movimento sufi, varie confraternite si riuniscono in luoghi, sotto la guida di un maestro. Vengono utilizzate varie tecniche come la concentrazione mentale, la respirazione, la recitazione di mantra,la meditazione (nel percorso iniziatico, in certi tipi di meditazione, la musica è un mezzo molto importante),e la danza ( una danza che è preghiera, sem, che rappresenta l'ascesa dell' uomo verso Dio, in cui l' io, la personalità si dissolve.Danza come mezzo per arrivare all' Amore Assoluto, che comporta annullamento del sè inferiore, fino a riconoscersi nell' Uno).
E' soprattutto la danza che, attraverso la spettacolare cerimonia dei "Dervisci Rotanti",ha reso nota una delle varie correnti sufi. Quella che solitamente viene mostrata in pubblico ne è solo una forma incompleta, in realtà le danze sufi sono molto complesse e necessitano di anni di lavoro per essere eseguite perfettamente,non solo come movimento corporeo ma anche come atteggiamento interiore.Il derviscio compie particolari esercizi interiori atti a raggiungere uno stato di equilibrio tra il centro della coordinazione motoria, il centro intellettivo e quello emozionale, fino a realizzare uno stato di "super-coscienza", che una volta stabilizzato come stato permanente viene detto "Comunione con Allah".
Derviscio deriva dal persiano "darwish", ossia mendicante implorante (povero è l'uomo che ha perduto Dio, l'Amato). In origine erano asceti che vivevano nel deserto in uno stato di estrema povertà, vestiti con una veste di lana (suf), il vestito e il piccollo secchio per l'acqua erano le loro uniche propietà.
Il derviscio è anche detto "il cercatore di porte",colui che cerca la soglia, il passaggio dal mondo terreno al mondo celeste.
La danza dei dervisci ha le sue origini in Turchia nel XIII secolo, fondata dal maestro sufi J.Rumi. Si narra che fu lui ad improvvisare questo tipo di danza in una strada di Konya e che in seguito gruppi di allievi dervisci si riunirono danzando davanti alle moschee . Rumi non fu solo un grande maestro ma anche un poeta riconosciuto come uno dei più importanti poeti mistici di tutti i tempi.
La dottrina sufista è una dottrina dell' unità: l'intero creato, compreso l'uomo, è manifestazione del divino, ecco che lo scopo del sufista è quello di raggiungere la completa immersione dell' io individuale nella sostanza universale. Nella danza Mevlevi, dei dervisci, il "povero", grazie alla virtù del canto, del suono e della danza può ritrovare l' unione con il divino.
Ogni aspetto di questa cerimonia dei dervisci, ha un profondo valore simbolico:
Nella stanza del sam entrano 13 danzatori, sulla testa hanno un alto copricapo scuro a forma di cilindro, simbolo della pietra tombale che imprigiona l'uomo nella condizione materiale, indossano un lungo mantello nero, simbolo dell'ignoranza che avvolge l'uomo.
Il maestro (semazen) è seduto sopra un tappeto rosso, il rosso tramonto del giorno in cui morì J. Rum. Il maestro è l'intermediario tra cielo e terra, sul suo cappello, sempre a forma di cilindro,vi è avvolta una sciarpa di colore rosso.
Il tutto inizia con una preghiera e con la musica di flauti,piccoli timpani e piatti di rame, vengono anche recitati mantra e canti tratti dai poemi di Rumi. I danzatori si tolgono il mantello e appare una veste totalmente bianca, molto ampia dalla vita in giù, lunga fino ai piedi, veste che è simbolo della purezza ma anche del sudario.Iniziano a girare su se stessi in senso antiorario, inizialmente a braccia incrociate e in seguito con le braccia distese orizzontalmente. Una mano è volta in alto, come simbolo dell'accoglienza della grazia divina, l'altra mano volta al suolo, il trasferimento di questa grazia divina sulla terra.Le dita del piede sinisstro sono poggiate al suolo,l'altro piede è sollevato e dona lo slancio per la rotazione. La testa è lievemente inclinata e voltata verso destra, gli occhi fissano la mano sinistra.La danza da lenta si fa sempre piu' veloce,fino a mantenersi in un ritmo costante. Le candide tonache formano una grande campana intorno al corpo.
E' questo un atteggiamento di apertura, di accoglienza, il danzatore si offre all' energia fecondatrice che si impossessa di lui, lo libera dai legami con il corpo, la vertigine viene vinta, lo spirito divino si infonde nel corpo umano. E' abbandono dell'io, estasi mistica.
Quando viene realizzato questo stato di estasi, la musica cessa, e tutto procede nel silenzio.
Al termine, una dolce musica di flauto richiama i danzatori.
Si tratta di una danza dal significato chiaramente astrale, i dervisci ruotano intorno al propio asse ma in seguito si muovono anche nella stanza, portandosi intorno al maestro che rappresenta il sole.
Qui ritroviamo un movimento che non è movimento qualsiasi, ma movimento che si compie intorno ad un centro immobile, un "punto fisso" di comunicazione tra terra e cielo.
Anche in questa danza sacra si ripete il motivo di morte e rinascita,e di un punto in cui tutte le cose sono presenti in uno stato di perfetta simultaneità,lo stato di armonia e il cuore come centro dell'essere e dimora divina,il cuore che non è solo sede dell'affettività,dei sentimenti, ma centro dell'intelligenza pura (nel senso universale), capace di donare calore ma anche di "far luce".
.
"Di là dalle idee,
di là da ciò che è giusto e ingiusto,
c'è un luogo.
Incontriamoci là".
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Mevlana Jalaluddin Rumi

Danza Divina ( Estasi )


Oltre i limiti
il Regno Divino
dove terra e cielo
magicamente si confondono
Non esistono distinzioni
tra i cosi' detti due mondi
ma per accedere alla Danza Divina
a noi mortali non è concessa
distinzione alcuna
aggiunta nel tempo
Allora
l'uomo Dio la donna Dea
ed anche solo per un attimo
eterno
il Regno degli Dei è in vita
adesso
L' appuntamento è Qui
da sempre
per Ciò...così sia .

(dal blog paginedilibro).


La danza è l' arte più nobile che c'è. E' necessario il sacrificio.A fare quel sacrificio è il tuo ego...Il tuo io interiore deve darti speranza, forza,una capacità di dedizione senza ricorrere all'orribile sistema di imbrogliare. Le finzioni non valgono nulla, hanno scritta la propia condanna in se stesse; aspettano soltanto che tu le scopra e nel momento in cui le scoprirai avrai sciupato anni e anni. Devi sciupare, ma sciupare nella direzione giusta. L' uomo interiore è un sottile, piccol punto dove il tuo essere si raccoglie...Più lo conosci e più diventi umile, se davvero lo conosci. Questo è crescere, studiare, vivere.
.
.................. La danza è vita, sapere che sei vivo.
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.(W.Sorrel da "Hanya Holm...").
La danza è un linguaggio,e lo strumento è il corpo. La comunicazione avviene mediante movimenti significativi...ma la danza non è solamente comunicazione è anche movimento ritmico, il corpo danzante segue un determinato ordine cinetico, che si svolge in rapporto al tempo e allo spazio.In danzaterapia si parla di gesto creativo e non di gesto come azione funzionale ,finalizzata a raggiungere uno scopo( atteggiamento che non permette uno stato di presenza nel qui e ora). E' movimento non condizionato,è libero,non vincolato da finalità utilitaristiche. Il gesto è espressione fine a se stessa, che trascende qualsiasi scopo legato al quotidiano vivere. Ecco che, in una società che si fonda soprattutto su una cultura razionalista, volta al progresso scientifico e all' evoluzione della tecnica, la funzione dell'artista è anche quella di comunicare agli altri ciò che sfugge a quell' artificiale strutturazione della realtà, realtà che l'uomo ha costruito per dominare l' ambiente che lo circonda. Muoversi in modo creativo permette di ampliare il nostro spazio di azione, dona un senso di libertà, dove niente è in funzione di qualcos'altro, è libera, pura espressione vitale.
"Vi sono fasi in cui soffriamo del sentimento che la nostra vita sia completamente regolata, del tutto organizzata e pianificata e che non vi sia alcuna breccia, alcuna finestra o sprazzo attraverso i quali il cielo possa fare irruzione;che non vi siano aperture per l'imprevedibile, l'inatteso o per qualche cosa che ci sorprenda. Queste sono fasi tristi, sterili. Chiusi in un mondo professionale e relazionale ingabbiato, ci muoviamo come pedine degli scacchi su scacchiere estranee. Ma un bel momento, in questo sudato involucro compatto, si apre una smagliatura: un incontro, un'esperienza con la natura, una musica, un quadro, una scultura che ci toccano e improvvisamente guidano i nostri passi in una nuova direzione ma anche un dolore, una separazione, una ferita antichissima che torna ad aprirsi, il confronto con i propi limiti, una malattia, un'offesa, il sentirsi soli in una situazione che appare irrisolvibile, una brutta esperienza irreversibile.Questo genere di accadimenti apre uno squarcio nell' ispessimento sotto il quale l' esistenza soffoca. Un colpo di vento ci afferra facendoci vorticare e, d'un tratto, non ci troviamo più dietro, ma di fronte a porte chiuse e, se ci voltiamo indietro, davanti ai nostri occhi si apre uno spazio di libertà".
( Peter Schellenbaum )
Lo zen è uno stato mentale ecologico.
E' coscienza dell' interconnessione che porta a un 'etica basata sul pricipio di non fare del male. Vivere in armonia sgorga naturalmente dall' avere un senso del nostro posto nel più grande ordine delle cose. La terapia consiste nel ristabilire tale senso mediante la pratica della compassione, dell' amore e della comprensione e il contatto con ciò che è naturale.
Quando ci apriamo a qualcosa di più grande di noi stessi, siamo portati a usare il termine "spirituale".Ad alcuni questa parola piace. Ad altri no .L'uomo moderno si è separato da questo nella stessa misura in cui ci siamo separati dalla natura.
L' idea che la terapia possa essere un sentiero spirituale non è usuale. Generalmente la terapia è considerata un lavoro o un' attività paramedica. Ciononostante, c'è nel mondo della terapia, molto interesse per la dimensione spirituale. Il termine "professione" si riferiva originariamente a ciò che uno credeva (cioè professava), ma ora significa ciò per cui si viene pagati. Questo rispecchia il moderno decadimento dei valori. Sostenere che la terapia è un sentiero spirituale è contro la tendenza del nostro tempo. Via via che il danno fatto da un approccio puramente utilitaristico diventa sempre più evidente, ci sono però alcuni segni che il pendolo può cominciare ad oscillare nella direzione opposta.
La sfida cui dobbiamo far fronte è realizzare la nostra unutà con tutta la vita, e perfino con il mondo inanimato intorno a noi. I mari con le loro correnti, l'atmosfera e i continenti della terra sono tutti in moto, indaffarati con il loro tipo di vita. Il nosstro malessere di persone civilizzate proviene in gran misura dalla nostra capacità di allontanarci dalla natura e l' uno dall'altro.Una vera terapia deve avere una visione non solo del singolo individuo, ma anche di come l'intero pianeta debba essere sanato.
.
...Ogni giorno
scartiamo una parte
e continuiamo il ciclo
di restituire
senza fine noi stessi
agli altri.
.
Di giorno in giorno cambiamo
e diventiamo l' un l'altro,
la sostanza dell'universo,
polvere di stelle e tutto,
passa attraverso ciascuno di noi
e noi attraverso di essa.
.
Dove eri l'anno scorso?
respira profondo,
respira profondo.
.
(David Brazier da "Terapia Zen"ed. L'Aleph 1997).
:
Noi siamo parte del tutto. Inanzitutto dobbiamo ritrovare noi stessi, e la grande risorsa che sono le qualità umane come la compassione, la devozione, l'amore,la solidarietà,il coraggio, la lealtà, l'umilta'...la purezza nell'agire come nel parlare, nel sentire...ma non possiamo scoprire tutto cìò se non mediante un lavoro su e in noi stessi, queste risorse non possono essere individuate esternamente, fuori di noi, è una luce che illumina l'interno, in seguito illuminerà l'"esterno".Possiamo guardare a tutte le creature come nostri compagni di viaggio, noi non siamo i padroni, siamo parte del creato...al di là del mondo delle distinzioni, delle opposizioni, di ogni sorta di condizionamento, di accumulo, vi è un' invisibile ma percepibile unità e identità in tutti noi, in tutto... e quando sentiamo veramente questa unità nasce un senso di naturale benessere,questo sentirci interamente tutt'uno...è essere in Dio.
Questo implica vivere partendo dal centro dell'essere, solo allora il mondo intero,l'intero universo potra' ri-unirsi in un' unica danza, come unico corpo danzante.

Ringrazio chi mi ha accompagnata,sostenuta,stimolata...in questo mio percorso:
gli insegnanti che ho incontrato (non solo di danza ma anche psicodinamica,bioenergetica e meditazione )e molte persone che hanno lasciato una loro impronta...chi mi ha permesso di esercitare questa mia passione-professione...chi ha creduto in me,chi ha condiviso con me questa fonte inesauribile di benessere che da sempre è la danza.
Ed anche mia figlia Sara Eva,che ogni giorno rende evidente il grande potere che ha in sè il gioco, e quanto importante sia coltivare un sogno,ognuno il proprio .
Sono felice di essere riuscita a mantenere in vita il mio gioco preferito,quello magico dell'infanzia,ossia la danza.
"Che cosa,quando eravate bambini,creava una dimensione di eternità,cancellava la nozione del tempo ?
Là si cela il mito secondo il quale vivere.
Scommetto che cercando nella vostra memoria,individuerete una qualche connessione tra lo spazio sacro che avete attualmente e quello spazio speciale che avevate da bambini.
Dobbiamo riscoprire la forza trainante della nostra vita.
E se la vostra vita non è gioco,o siete impegnati in un gioco che non vi diverte,allora smettete !
Lo spirito dello spazio sacro è Siva che danza !
( Joseph Campbell tratto da " Riflessioni sull'arte di vivere "ed. TEA ) .

Maria Fux seminario firenze 18 gennaio 2009