" In realtà il Grande Corpo è ben al di là della polvere, chi potrebbe credere che esiste un mezzo per spolverarla? ".



( Dogen dal Fukanzazengi ).

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La Danza in Terapia


................................................................................................( Maria Fux )
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Ed è propio in quel clima di rinnovamento e di crescita che intorno agli anni 40, Trudi Schoop e Marian Chace, durante e attraverso la loro esperienza come danzatrici, portarono la loro attenzione all' aspetto terapeutico della danza. Insieme a medici, psicologi e psichiatri, si dedicarono ad aiutare persone affette da disturbi psichici ,entrambe dando molta importanza all'approccio quasi esclusivamente artistico, portando grande attenzione alla postura, alle tensioni corporee, l'uso dello spazio, del ritmo...senza fare riferimento a teorie psicologiche.
Ritmo e movimento parlano al mondo primitivo dell' individuo, raggiungono nuclei "antichi" non toccati e deteriorati dal malessere,il movimento e' il modo più antico di esprime noi stessi, è strettamente connesso con le nostre parti più profonde. Danzando ritroviamo il "corpo originario" che vuole parlare, danzando ritroviamo il piacere primitivo del movimento.
"La danza si rivolge alla parte ancora sana della natura umana, presente in ogni essere, per quanto malato e confuso sia" (Trudi Shoop).
Il fatto che furono propio delle danzatrici a mettere nuovamente in luce l' aspetto catartico e liberatorio della danza, vedendo in ciò un potente mezzo di espressione per chi non è in grado di comunicare mediante il linguaggio verbale, spiega in parte il perchè gli operatori in danzaterapia sono per lo più allievi o professionisti provenienti dal " mondo della danza ".
Terapia è un termine che deriva dal tedesco Therapie,e ancor prima dal greco Therapeia che significa " cure,servizi,assistenza ".
Quindi," terapeutica " è l'insieme di azioni e pratiche destinate a trattare e guarire malattie.
Il termine terapia ha avuto un'importante evoluzione negli ultimi anni .Se fino a qualche tempo fa era definita come un trattamento medico ,oggi,nel linguaggio corrente,ha anche il significato di tecnica di sviluppo personale ...quindi si basa su una concezione positiva della salute.
Fa appello a nuovi criteri come la creatività,lo sviluppo personale,la comunicazione...
L'aggettivo " Terapeutico " designa anche un processo di trasformazione.
Ed ecco che attività e iniziative di tipo artistico,rivolte a persone con difficoltà psicologiche e sociali,sono sempre più freguenti.
" La terapia dell'arte è quell'itinerario di ciascun individuo...tale terapia,naturalmente,trova la sua più efficace applicazione nel caso della malattia mentale,in quanto permette all'individuo di liberarsi di tutte le sue sofferenze,angosce,alienazioni,per ricostituire l'io primitivo nell'interezza della sua personalità ".
( Rutten da " Le arti terapie in Italia ).
"L'arte è simbolizzazione.Quandi un paziente fa passare la sua rabbia nel disegno,attraverso il tratto e il colore, rinuncia all'espressione motrice reale della sua emozione,per darle una forma...
A favorire i processi di simbolizzazione pare sia il particolare stato di coscienza indotto dall'attività artistica,una sorta di sospensione della sfera del controllo,della razionalità e della logica.L'attività creativa è difatti collegata all'emisfero celebrale destro,l'emisfero del linguaggio non verbale,dell'intuizione,dell'immaginazione,delle metafore,dei doppi sensi,della musica...che rappresenta anche una via di scarico energetico di importanza vitale per l'apparato psichico,attraverso attività come il sogno,le fantasie,l'umorismo e l'arte.
( Marc Muret da Arte-terapia ed. red ).
Uno stato di reveire (Bion) e spazio giocoso,transizionale (Winnicott )...uno stato in cui l'attenzione della persona viene sospesa,nel quale l'individuo può ascoltarsi più intimamente. Cio' facilita la comunicazione con il terapeuta ,crea un linguaggio più semplice,sincero ed autentico,all'interno di un'attività ludica e artistica.
" L'arte e il gioco sono altrettanto autentici di una conversazione seria...se mentono ,è per dire la verità.Il corpo non inganna mai ".
( Marc Muret ).
E' stato ampliamente dimostrato l' esistenza e l' importanza della comunicazione non verbale, e l'utilità di questo tipo di espressività per comprendere il reale stato emotivo della persona,indipendentemente, al di là di ciò che viene espresso mediante la comunicazione verbale.
La danza è dare forma ritmicamente alle emozioni,ai contenuti interiori,alle parti-ombra,che si rendono visibili nel movimento,movimento corporeo nello spazio,vengono intregrate e mostrate, agite in uno spazio condiviso.La danza esorcizza le nostre paure, in questo senso è liberatoria, mantiene quindi la propia radice primordiale,un disagio può essere espresso mediante il movimento,farsi movimento. Conflitti inconsci possono liberarsi e trovare nella catarsi un reale momento terapeutico.
Oramai sappiamo dell'importanza del linguaggio del corpo,è una realtà riconosciuta dalle principali correnti psicoterapeutiche...e di una tale conoscenza ne viene fatto un uso differente,a seconda della scuola di pensiero.
Il corpo attraverso il movimento racconta la propria storia...
Si,il corpo è mezzo di espressione,trasmette al mondo le propie sensazioni ,gioia,piacere,sofferenza...ben si presta all'interpretazione.
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Eppure amo pensare all'attività di Danzaterapia come ad un qualcosa di principalmente creativo.
La danza stessa è energia vitale e come tale è terapeutica.
Per me,non è applicare una tecnica corporea a un problema da risolvere.L'attenzione viene posta alle potenzialità innate dell'essere,non mi soffermo "sulla vittima del dramma familiare" (anche perchè non è un ruolo che mi compete ). Non viene a crearsi "il caso ".
La danza è un percorso che si fà insieme,insegnante e partecipante.Nasce un linguggio comune compreso da entrambi e da tutto il gruppo.
" Io non faccio interpretazione,faccio integrazione " Maria Fux
L'operatore in danzaterapia suggerisce dall'interno,non insegna uno stile.
Quando la danza diventa per la persona un qualcosa per stare meglio,allora lì vi è unità,amore e non tecnica . E' importante risvegliare nell' altro la capacità di amare se stesso,la vita... di creare le condizioni adatte a far si che possa liberarsi quell' impulso alla " guarigione ".
" Io non faccio terapia,la terapia si fa ...sono un ponte e un appoggio per l'altro...non sono una professoressa,sono un'artista,uso la mia arte,il mio corpo,tutta me stessa per capirmi meglio e approfondire i miei rapporti con gli altri...continuo a trasformare la possibilità di dare e di creare...sono maturata nell'incessante ricerca di poter dare agli altri,con estrema semplicità,la possibilità di crescere ".
(Maria Fux da "Frammenti di vita nella danzaterapia"ed.Pixel)
Ovviamente non si tratta di screditare studi analitici condotti fino ad ora,ma di poter cogliere le possibilità offerte da una nuova prospettiva.
" Credo si debba rimanere critici di fronte al monopolio intellettuale che alcune scuole analitiche tentano di mantenere...la teoria,per quanto giusta sia,non è la pratica....rassicurato da spiegazioni magistrali,il pratico,sarà tentato di trascurare delle qualità apparentemente minori e molto più difficili da acquisire: l'intuizione,la creatività,il senso del gioco,l'abilità manuale,la spontaneità"
( Marc Muret ).
E' importante l' esperienza, e moltissimo l'intuizione, la sensibilità, la capacità di sentire l' altro da dentro, di entrare in risonanza somatica, empatica Noi siamo in grado di sentire nel nostro corpo le emozioni, le sensazioni dell' altro, possiamo fare esperienza dell' altro "sentirci nella sua pelle", il nostro sistema nervoso è già predisposto a questo, ma lo possiamo fare se tra noi e l'altro non poniamo tutti quei diaframma, i pregiudizi...che sono frutto della risposta alla nostra storia individuale, non lo possiamo fare se non siamo capaci di essere nella realtà così com'è, di entrare direttamente in contatto con l' altro. Questo implica un lavoro di autoconoscenza, un continuo lavoro su noi stessi, non possiamo entrare in rapporto empatico con l' altro se siamo incapaci di avere un contatto autentico con noi stessi.
Questo lavoro di autoconoscenza è anche il non dimenticarsi del nostro ruolo che è l' artista ma anche il terapeuta.
Danzaterapia anche come attività capace di rivolgersi direttamente alla sfera dei processi primari dell'individuo, che facendo leva sulle facoltà artistiche e creative, può attribuire anche una posizione privilegiata all'aspetto analogico...l'analogia parla il linguaggio della totalità, arriva dove la razionalità non può, viene a crearsi un' esperienza"esterna"molto simile a quella che la persona vive interiormente. E' anche sfiorando i tasti dell'analogia che la danza può farsi terapia.
Una "terapia" per tutti,anche per me e per te.



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