" In realtà il Grande Corpo è ben al di là della polvere, chi potrebbe credere che esiste un mezzo per spolverarla? ".



( Dogen dal Fukanzazengi ).

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In danzaterapia i lavori sono assai vari, quanto lo consentono le risorse, l'immaginazione, la creatività...e il coraggio.I lavori servono per creare le condizioni adatte per un incontro autentico con se stessi ma anche con l'altro.
" Nessuno si trasforma da solo. L' asse verticale della trasformazione si incrocia sempre con quella orizzontale dei rapporti interpersonali ".
( Peter Schellenbaum ).
E questo incontro è, infine, atto d' amore. Amore non solo come sentimento, ma un amore che implica l'essere aperti ad un' autentica comprensione...e la comprensione profonda richiede spazio.
E' necessario che l' artista-terapeuta, abbandoni ogni movimento egoico, aspettative, ansie, ogni condizionamento. Solo allora potrà ascoltare veramente,accogliere l'altro, comunicare direttamente...è necessario " spazio interiore pulito ".
Il terapeuta deve gettare via se stesso per divenire solo un tramite.
E' l' attenzione, la dedizione alla "pratica" che realizza la vera natura,una natura spontaneamente illuminata,che aspetta solamente,semplicemente,di emergere.
" Non c'è niente da curare,nessuno che cura...la pratica è acqua che scorre tra due vasi ".
( Elena Cerruto ).
"Si potrebbe dire che il maestro Zen ami i propi discepoli.Il suo amore è realistico e maturo e compie ogni sforzo per aiutare i discepoli a realizzare i loro sentimenti,ma sa tuttavia che nulla di ciò che il maestro può fare riuscirà a risolvere i problemi per il discepolo,a realizzare per lui i suoi intendimenti.Tale amore del maestro zen è un amore non sentimentale,ma realistico,un amore che accetta la realtà del fato dell'uomo,per cui nessuno di noi può salvare l'altro,e per cui tuttavia mai dobbiamo cessare di compiere ogni sforzo capace di aiutare un'altro a salvare se stesso.Qualunque sorta di amore che non conosca tale limitazione e proclami di essere capace di salvare l'altrui anima,non si è affrancato dalla mania di grandezza e dall'ambizione ".
( Fromm-Suzuki-De Martino da "Psicanalisi e Buddismo zen . ed. Astrolabio ).
"Se il discepolo porge le sue nude mani,il tè del maestro lo scotta; se porge una ciotola già piena,non c'è spazio; se il maestro e l'allievo reggono la stessa tazza,direttamente dal cuore sgorga una danza che ha avuto tempo e modo per nascere e per crescere ".
( Elena Cerruto ).
Con il passare degli anni la mia danza ha lasciato andare via molto , trasformandosi sempre più in preghiera,delicata gioia e celebrazione.
Amo pensare alla danzaterapia come ad un percorso verso qualcosa di originario ,antico...che incessantemente ci chiama.E' un "viaggio " che implica il lasciare andare,è un ritorno ,"tornare a sè ".
Arriva il momento in cui ascoltiamo il corpo : il respiro,il battito del cuore,vari rumori,suoni,movimenti che dimorano in noi,interiormente .Portiamo l'attenzione alle sensazioni,al contatto con il suolo,l'aria che ci circonda...emergono emozioni...solitamente si inizia così . Il tutto passa necessariamente da un contatto autentico con se stessi.
Ed è propio da questo ascolto,che si fa sempre più sereno e profondo,che possiamo oltrepassare la frontiera tra io e tu ...nasce un senso di fiducia .
Ecco che la danza diviene ascolto di sè,e da questo ascolto interiore il contatto con tutto ciò che ci circonda si fà più autentico...è una sensibilità raffinata,sottile,penetrante...vi è presenza, incontro,
compenetrazione,comunione .
Non viene smarrito il senso di sè,anzi si amplifica ,si dilata ,come il senso del tutto e nel tutto ...ed è qui, luogo,spazio sacro,naturale, di relazione ,che possiamo esprimerci in modo autentico .E ' spazio mistico.Luogo del taciuto,del non-detto ma dell'ascoltato,del silenzio originario ( e originante ).Spazio aperto dove incessantemente emerge,accade il nuovo.Qui la vita scorre liberamente. E' partecipazione, coinvolgimento di materia spirito sensi intelletto, in una dimensione di infinità e libertà .
" Incontrarsi significa coinvolgere la propia presenza in una partecipazione,che in questo caso è la partecipazione alla vita.La mistica ,dunque,è definibile più semplicemente come esperienza della vita. Fare esperienza significa partecipare con tutto il propio essere,significa condividere.Il linguaggio della condivisione non può chiudersi nel concetto: propio perchè deve con-dividere,ha necessità di rimanere aperto.Il linguaggio della mistica è il linguaggio dell'Essere...è l'Essere stesso che parla,è la vita che si esprime.In quanto Parola dell 'Essere,il linguaggio mistico non può essere compreso totalmente,nè venire modificato o manipolato".
( Raimon Panikkar ."La voce dialogale..." Serena Barotti ).
." Il corpo esce e va verso quell' appello alla totalità...la danza è quel nodo cosmico in cui per mezzo del ritmo, il corpo ritorna alla sua totalità e interezza ".
( Merleau-Ponty ).
E' quando il corpo si libera che emerge la " voce del corpo "Quando la coscienza si modifica si crea uno spazio rituale.Allora non sarà più l' Io a danzare.Naturalezza, spontaneità scaturiscono dal vuoto.Il movimento autentico emerge da questo spazio pulito,incontaminato,vuoto.
Ed infine l' Improvvisazione potrà accadere nel Silenzio, luogo di infinite, inedite possibilità .
Ecco il senso profondo di un lavoro con il movimento e questo porterà ,inevitabilmente, a crescere.
L' improvvisazione è altro dal fare "ciò che voglio", è piuttosto permettere a se stessi di abbandonarsi a e in ciò che emerge spontaneamente. E' essere in e ciò che creativamente accade. E' semplicemente essere ed esserci in modo naturale.
Proviamo ad immaginare di lasciare da parte il termine " terapia "...ecco che rimane danza, e in questo caso un' attività svolta in modo consapevole, ossia essere totalmente, interamente presente in ciò che sta accadendo adesso ,in un atteggiamento di attenzione e dedizione .
A me sembra che vivere nel senso di Esserci , in uno stato di armonia con la realtà,...è guarigione. Guarigione intesa come evento che coinvolge la persona nella sua totalità .
" La danza è anche meditazione,un modo di conoscenza introversa ed estroversa insieme.
Qualche anno fa,in India,incontrai un maestro yogi di fama e autenticità e gli manifestai il mio desiderio di fare dello yoga,profondamente,e non quella cultura fisica per persone ipertese.
Lui mi rispose : "La parola yoga vuol dire unione.Questa unione lei può trovarla attraverso la danza perchè anche la danza è unione. Lei è un danzatore : Siva,il Signore del mondo,il grande yogi è chiamato anche Nataraja',il re della danza...lei è un danzatore:beato lei.La sua danza sia il suo yoga,non ne cerchi altri ". Poi guardandomi,al momento di separarci soggiunse : "Ah !Se tutti gli occidentali potessero nuovamente imparare a danzare ".
( Maurice Bèjart dalla prefazione del libro "Danzare la vita " di Roger Garaudy ).
Nuova mente imparare a ... vivere .

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Grande descrizione di terapia come azione amorevole! complimenti. Sergio. :-)

Rossana ha detto...

Grazie, in assenza di azione amorevole, poco si puo' fare.. ciao!