" In realtà il Grande Corpo è ben al di là della polvere, chi potrebbe credere che esiste un mezzo per spolverarla? ".



( Dogen dal Fukanzazengi ).

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Arte e guarigione si intrecciano già nel mondo antico. La funzione comunicativa, catartica, liberatoria...della danza, è radicata nella storia dell' uomo quanto la sua stessa esistenza.
"La danza è la madre delle arti . Vive ugualmente nel tempo e nello spazio. In essa creatore e creazione,opera e artista,fanno un tutt'uno. Movimento ritmico in una successione spazio -temporale,senso plastico dello spazio,viva rappresentazione di una realtà visiva e fantastica.Danzando, l'uomo ricrea queste cose con il suo stesso corpo,ancora prima di affidare alla materia, alla parola,il risultato della sua esperienza. Nella danza i confini tra corpo e anima,tra espressione libera dei sentimenti finalità utilitaria,tra socialità e individualismo,tra gioco,culto,lotta e rappresentazione scenica,tutti i confini che l'umanità ha costruito nel corso della sua evoluzione,si annullano.
Tutto è presente nella danza : il corpo,che nell'estasi viene trasceso e dimenticato per diventare ricettacolo della sovrumana potenza dell'anima ; l'anima che trova una felicità e una gioia divina dall'accresciuto movimento del corpo liberato d'ogni peso ; il bisogno di danzare,perchè una prorompente gioia di vivere strappa le membra al loro torpore ; il desiderio di danzare,perchè chi danza acquista un potere magico che elargisce vittoria,salute,vita. ; un legame mistico,che nella danza unisce la tribù tutta,e il lbero manifestarsi della propia individualità,in una completa aderenza al propio io. Nessuna arte ha confini così ampi .
Nella danza forze represse erompono alla ricerca di una libera estrinsecazione,e un intimo ritmo le ordina in una viva armonia che al tempo stesso acquieta e annulla la volontà. Liberato dalla volontà,chi danza si abbandona alla beatitudine di un gioco consacrato,all'ebrezza che lo allontana dalla monotonia della vita di ogni giorno,dalla realtà tangibile e dalla prosaica esperienza quotidiana e giunge là dove immaginazione fantasia e sogno si destano e diventano forze creative .
Nell'estasi della danza l'uomo è partecipe dell'aldilà,del mondo dei demoni,dello spirito e di Dio. Invasato e rapito nell'estasi ,egli rompe i ceppi terreni e si sente pervadere dal soffio dell'universo...
Data la profonda e larga sfera di azione della danza,nulla possiede uguale valore nella vita e nelle civiltà primitive...non è un peccato condannato dai sacerdoti : è un atto sacro ed un ufficio sacerdotale ;non un passatempo : è anzi un'importante e seria attività in cui è impegnata tutta la tribù .Non esiste avvenimento nella vita dei popoli primitivi che non sia consacrato dalla danza .Nascita,circoncisione,iniziazione delle fanciulle,nozze e morte,seminagione e raccolto,onoranze ai capi,caccia,guerra e banchetti,lunazioni e infermità : per ogni cosa è necessaria la danza . E non si tratta di spettacolo e di festa secondo la nostra odierna concezione ...La danza , nella sua essenza,altro non è che la vita innalzata a un grado più elevato e intenso ...ma quando nelle civiltà superiori essa diviene arte nel senso più stretto del termine,allorchè diviene oggetto di spettacolo e la sua influenza è diretta agli uomini e non più ai demoni,il suo universale potere si spezza,si frantuma...ma ciascuna civiltà racchiude ancora in sè ,come germe spirituale,la nozione sublime che " danza " è ogni movimento soprannaturale e sovrumano .
( Curt Sachs da " Storia della danza. ed. il Saggiatore ).

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